Economia-Esteri
Di Mario Gallarate (@gallajoker)
La Apple in questi giorni ha subito un duro colpo nel più grande mercato emergente del Mondo: la Cina. Il governo cinese ha infatti accusato l'azienda fondata da Steve Jobs di essere incredibilmente arrogante. Secondo quanto è trapelato finora, le accuse da parte di Pechino sarebbero dovute alla mancanza di garanzie riguardo alla sostituzione e al rimborso di eventuali prodotti della mela difettosi per i consumatori cinesi. Se la casa della Silicon Valley non prenderà provvedimenti al più presto rischia dunque di veder crollare i propri profitti in un Paese che rappresenta la sua seconda maggiore fonte di introiti dopo gli Stati Uniti e che, secondo le previsioni, è destinato a diventare il primo in breve tempo. Ma le tensioni tra il governo cinese e la Apple potrebbero compromettere anche i numerosissimi stabilimenti produttivi che l'azienda gestisce sul territorio, dove vengono assemblati non solo gli accessori tecnologici destinati al mercato asiatico, ma anche quelli venduti in Europa e America. Nonostante non sia la prima volta che la casa di Cupertino subisca accuse di questo genere (in Italia è stata anche condannata), è plausibile che, in questo caso, la denuncia sia volta perlopiù a ridimensionare l'importanza dei prodotti Apple che, come ammette lo stesso People's Daily (il giornale ufficiale del Partito Comunista Cinese NdR), sono diventati per la classe emergente uno status symbol come è accaduto nel resto del globo. L'azienda non ha ancora rilasciato comunicati ufficiali a riguardo, perciò non ci resta che attendere per scoprire che esito avrà questo scontro tra giganti che potrebbe sancire una pesante battuta d'arresto per la Apple in un momento di crisi in cui rimediare a certe perdite è più difficile che mai.
Ma quindi mi state dicendo che i chinaphone con android sopra li usiamo solo in occidente?
RispondiEliminahttp://www.nytimes.com/2013/04/02/technology/apples-chief-tim-cook-apologizes-to-china-over-warranty-policy.html?partner=rss&emc=rss&smid=tw-nytimes&_r=0 ecco gli ultimi sviluppi della vicenda
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