Cantautore, padrino della new wave, poeta newyorkese e musicista ribelle. Questo è stato e sarà per sempre Lou Reed, morto il 27 ottobre 2013 per un male incurabile.
La sua vera e propria carriera iniziò con la fondazione dei Velvet Underground, gruppo anticipatore di diversi generi come il rock, punk, noise e new wave. Il loro successo venne confermato con la struggente e malinconica Sunday Morning, scritta e interpretata dallo stesso Lou Reed. La canzone parla di una domenica mattina che rappresenta "gli anni sprecati che incalzano", una domenica mattina in cui probabilmente Lou Reed si sente avvolto e attraversato da un tepore "depressivo" che scaturisce da una forzata solitudine nel giorno in cui molti sospendono le attività e gli impegni della settimana. E il destino vuole che sia proprio questo giorno di dolce e compiaciuta malinconia a salutarlo quando il cantautore è costretto a partire per il suo ultimo viaggio.
Il suo "genio" artistico nasce senz'altro da un'inquietudine interiore che ha segnato profondamente la sua infanzia. Quando infatti era ancora adolescente fu sottoposto a elletroshock per curare una presunta bissessualità che a quell'epoca era considerata una malattia, episodio che contraddistinse profondamente la sua esistenza già comtrassegnata da alcool e droga.
Lou Reed lascia un testamento tutto al femminile: gran parte del patrimonio andrà alla moglie ma anche la sorella è stata oggetto degli ultimi pensieri del cantante poiché ha ricevuto un'ingente cifra che dovrà servire in parte ad accudire la madre ormai 93enne.
Sunday Morning, Velvet Underground.
(Fonti: La Stampa, Il Messaggero)
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