di Martina Mussa
Quante volte gli studenti hanno ripetuto o ripetutamente ascoltato queste parole?
fonte:http://www.libreriauniversitaria.it |
La maggior parte dei nativi digitali comunque è più o meno bilingua, sa usare i computer meglio della generazione precedente.
Insomma, oggi la cultura non dà da mangiare. Quindi avete ragione, voi che snobbate il liceo classico e le lingue morte: non servono a nulla nella vita pratica.
fonte:www.adnkronos.com |
Comunque, non ci dobbiamo dimenticare che noi siamo la patria di Greci e Romani, che hanno piantato le fondamenta della nostra cultura e della nostra identità sociale; noi siamo i neo-latini che usano lo smartphone,ma che non sanno scrivere, quelli che possiedono un tesoro in patrimonio archeologico e storico delle antiche civiltà ma che lo imbrattano con l' indifferenza e l'ignoranza.
Il liceo classico insegna a pensare con la propria testa, in modo autonomo, a ricercare il perché delle cose, a superare gli ostacoli più alti, assaporando la soddisfazione e l'orgoglio per aver vinto le proprie paure. Esso stimola la sete di conoscenza, ed è una "palestra" per la nostra mente, che eleva lo spirito a concetti che valgono per tutta la nostra vita.
Il liceo classico vive ancora: vive in coloro che, avendolo nella propria anima, lo donano agli altri, allievi o meno, con l'insegnamento e con l'esempio. Vive in coloro che amano la conoscenza eterna e come l'Ulisse dantesco seguono "virtute e canoscenza"!
fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/02/il-liceo-classico-e-stato-morto/698566/
Nessun commento:
Posta un commento