martedì 2 aprile 2013

CREARE È RESISTERE. RESISTERE È CREARE.

Arianna Bassignana- cultura e spettacoli

Guardatevi attorno, e trovate gli argomenti che giustificano la vostra indignazione, il trattamento riservato agli immigrati, ai sans papier, ai rom. Troverete situazioni concrete che vi indurranno a intraprendere un’azione civile risoluta.”
 Un libricino rosso, di una sessantina di pagine, intitolato Indegnez-vous!, Indignatevi!, destatevi, aprite gli occhi, usate la voce per lasciare emergere idee, dolori, proposte, indignazione. Così Stéphan Hessel, militante contro il nazismo nella seconda guerra mondiale, decide di dare una scossa alla nostra quotidianità, alla nostra inerzia di fronte alle ingiustizie. Hessel per primo si è indignato, non ha accettato la violenza del nazismo, non si è lasciato intimorire dal regime, è stato imprigionato, è evaso e dopo la guerra ha partecipato alla stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, firmata a Parigi il 10 dicembre del 1948. Nel 2004  è stato uno dei firmatari de L’Appel des Résistants aux juenes générations, L’Appello dei Resistenti alle giovani generazioni, attraverso il quale i veterani del movimento di Resistenza della Francia si rivolgono ai giovani "perché mantengano in vita e tramandino l’eredità della Resistenza e i suoi ideali sempre attuali di democrazia ed economia, sociale e culturale". Hessel si è reso conto del sonno che si sta impossessando della coscienza critica dei cittadini e con questo libretto ha cercato di dare un scossa ai nostri animi, di stimolarci all'indignazione e alla riflessione. Indignarsi è il primo passo, secondo lui, per il cambiamento, ma non basta, dopo l'indignazione è necessario un movimento di protesta rigorosamente non violento, la violenza infatti ha portato le varie nazioni a scontri tra loro e scontri interni; sono necessari dei diritti universali, globali, che tutelino gli uomini e le donne dovunque si trovino. La protesta deve tramutarsi, poi, in proposte alternative che possano fornire un impulso per un cambiamento sociale, economico, culturale.
Il 27 febbraio di quest’anno Hessel è morto a Parigi, dopo una vita dedicata alla militanza politica, al sostegno nei confronti degli ultimi, degli emarginati di ogni comunità civile. E’ scomparso, ma le sue idee sono penetrate nell'azione di molti giovani. Giovani come gli indignados, che in Spagna hanno portato la propria indignazione per le strade, per dimostrare che c’è chi sceglie una via alternativa a quella che ci ha condotto all'attuale crisi mondiale; giovani del movimento Occupy Wall Street, che dal 17 novembre del 2011, proprio a Wall Street, quartiere finanziario di New York, sostengono una protesta riguardo la disuguaglianza sociale e l'impari distribuzione della ricchezza.

Il mio augurio a tutti voi, a ciascuno di voi, è che abbiate un motivo per indignarvi. E’ fondamentale. Quando qualcosa ci indigna come a me ha indignato il nazismo, allora diventiamo militanti, forti e impegnati. Abbracciamo un' evoluzione storica e il  grande corso della storia continua grazie a ciascuno di noi.” Stéphel Hessel

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