mercoledì 3 aprile 2013

Greenpeace in Indonesia: no alla deforestazione


Ambiente

di Camilla Fiz


L'Indonesia, uno dei più importanti polmoni della Terra, negli ultimi anni ha subito una gravosa distruzione delle proprie foreste pluviali, in difesa delle quali Greenpeace si è battuta vivamente. La colpa di tale deforestazione è da attribuire all'APP (Asia Pulp & Paper), associazione produttrice di carta, da cui si servivano alcune note aziende come Montblanc, Nestlè, Adidas, Carrefour e Auchan, che solo ultimamente hanno cancellato i loro rapporti con essa.
Le conseguenze disastrose delle azioni di deforestazione dell'APP hanno causato irreversibili danni alla popolazione, al clima, alla fauna oltre che alla vegetazione, modificando perennemente il profilo del paese. L'Indonesia è così la terza emittente di gas serra al mondo (preceduta solo da Cina e Stati Uniti), provocato più dell' 80% dalla distruzione delle foreste. Tale situazione non compromette solamente i cambiamenti climatici del singolo paese, ma di tutto il mondo!
Ad essere messe in pericolo sono anche alcune specie come l'orango e la tigre di Sumatra, già a rischio di estinzione.
Sumatra è pertanto la zona più colpita dalla deforestazione di massa dell'APP, dove anche gli indigeni hanno visto distruggere sotto i propri occhi i loro villaggi e tradizioni.
Sorge allora spontaneo chiedersi come sia stato possibile che tutto ciò sia accaduto senza le proteste
di ambientalisti. Entra quindi in gioco Greenpeace (associazione dedita alla tutela e alla riserva dell'ambiente), che negli ultimi anni ha difeso le foreste indonesiane,  riuscendo infine ad avere la meglio sul colosso della carta.
E' opportuno notare come l'APP avesse violato un contratto stipulato con creditori internazionali, secondo il quale aveva promesso di preservare l'alta conservazione delle foreste pluviali. Invece continuò a danneggiarle, per la produzione di carta e ad acquistare legno illegale, precisamente il ramino, caratteristico di quell'habitat.
In questi anni Greenpeace ha condotto un' inchiesta sulle pratiche illegali dell'azienda, denunciando
i marchi coinvolti e ottenendo la sospensione di rapporti commerciali con questa. Pertanto l'APP persi i principali acquirenti e dopo la pressione di organizzazioni ambientaliste indonesiane e internazionali, nel febbraio di quest'anno ha ceduto e ha pubblicato una nuova “Politica di Conservazione Forestale” con cui sancisce un cambiamento storico per le foreste indonesiane e pone fine alla deforestazione.

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