lunedì 1 aprile 2013

La cultura grida aiuto: le voci più potenti

Martina Morello - cultura e spettacoli

"Constatiamo che nelle classi dirigenti di questo Paese c'è un persistene e generale disinteresse per la cultura". Questo è l'esordio del discorso che Pietro Grossi ha presentato all'auditorium di Roma il 15 Marzo scorso in occasione dell'insiediamento del nuovo Parlamento italiano. Il presidente di Federculture ha voluto lanciare un appello forte e chiaroalla rinnovata classe politica, nella speranza che finalmente il suo grido di aiuto venisse sentito e ascoltato. Egli denuncia infatti una situazione assai concreta del nostro Paese, dove lo straordinariamente ricco e prezioso patrimonio culturale non solo non viene valorizzato come dovrebbe, ma anzi viene sempre di più abbandonato a se stesso, vittima della lenta e inevitabile distruzione attuata dal tempo e dalla noncuranza. Continua infatti Grossi:"Non è purtroppo solo la Città della Scienza a bruciare sul rogo dell'ignoranza, con la stessa gravità ma nel silenzio generale si stanno dissolvendo tantissime attività culturali".

La sua affermazione non è puramente astratta, ma anzi si basa su dati concreti: per la prima volta da oltre un decennio si sta assistendo ad una diminuzione consistente degli italiani che frequentano i teatri (-8,2%), i musei (-6%) e i cinema (-7%)*.
A tre giorni di distanza dall’intervento del Presidente di Ferculture ecco che un'altra voce spicca potente, quella del sindaco di Roma Gianni Alemanno, il quale si rivolge direttamente alla stessa Europa, chiedendo aiuti per il restauro e la manutenzione dei grandi beni culturali italiani, in particolare quelli che sono riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.
A dare ulteriore manforte, si aggiunge al coro dei “protettori della cultura” anche la manifestazione organizzata dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) per il 23 e il 24 marzo, la XXI Giornata di Primavera, evento che permette l’apertura di 700 luoghi in tutta Italia, favorendo la fruizione da parte del pubblico del nostro patrimonio artistico e culturale; grazie a questa iniziativa, solo in Piemonte sono stati aperti 70 siti che sarebbero altrimenti rimasti inaccessibili: tra questi, ad esempio, la Cittadella di Alessandria, il Palazzo della Curia Maxima e villa Raby a Torino.

Sembra dunque che la drammatica situazione economica, politica e sociale in cui si trova in questo periodo l’Italia sia comunque riuscita a mostrare una parte del suo lato positivo: la voglia di cambiare e di risollevarsi comincia a spingere sempre più persone a farsi avanti e a presentare ai nuovi politici e al (si spera prossimo) futuro nuovo governo problemi reali che sono stati per troppo tempo sotterrati, nascosti sotto il tappeto dell’ignoranza. Si spera che questo nuovo e più forte desiderio di cambiamento possa finalmente aprire gli occhi ai milioni di italiani che, andando al lavoro o a fare la spesa, passeggiando per la propria città, non si rendono conto da quali meraviglie sono circondati, ricchezze immense da poter sfruttare per il bene del Paese e individuale. La cultura, l’arte, la conoscenza: gli unici strumenti in nostro potere per renderci liberi, tesori nascosti  che non aspettano altro che essere utilizzati per tornare a correre e a crescere.


*dati ISTAT dell'anno 2012

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