di Francesca Bacino
E' finita l'epoca dei mostri, in ospedale, perchè letti sotto i quali nascondersi non ce ne sono più. Continua l'emergenza, e i medici non sanno più dove ricoverare i pazienti. Nei corridoi, accanto ai muri, vengono posizionate le barelle dei malati, in attesa di un posto letto libero.
"I
pazienti vengono visitati, operati, ma poi stazionano nel Pronto Soccorso,
quando dovrebbero essere spediti nei reparti, dove però mancano i letti; dunque
tocca a noi occuparci della loro terapia, dopo l’intervento, il che aggiunge
carichi di lavoro a noi medici, che siamo sei o sette in tutto. Questo
significa che viene a diminuire l’attenzione e il tempo che
dovremmo riservare ai pazienti di routine." racconta Alberto Bacino,
chirurgo del Pronto Soccorso dell'Ospedale Molinette.
Il
personale è rassegnato, anche se certamente non contento, come ha dichiarato un’infermiera
del Day Surgery: “Il paziente
ricoverato, risolta la fase acuta, viene posto al centro di un team composto da
infermieri e assistenti sociali e vengono
valutate le necessità assistenziali per dimettere precocemente il paziente
dall’ospedale. Alla fine è sempre questa la
decisione che si prende: dimettere il prima possibile il paziente, per far
posto a un altro in condizioni peggiori.”
Sessantanove ore steso sopra una barella #prontosoccorso da incubo @maracc http://t.co/EpSRbRp6
— La Stampa (@la_stampa) 23 Luglio 2012
Ormai bisogna aspettare quasi un anno per un intervento alle tonsille e non solo per quello, ma anche per altri interventi, o, peggio ancora, diagnosi ed esami, come la mammografia.
"In questo
momento c’è un afflusso decisamente superiore alla media, al punto che ci sono
stati giorni in cui abbiamo avuto cento pazienti tra la sala d’attesa, le sale
di visita e le aree ricovero per le emergenze. E spesso sono
pazienti critici che abbisognano di cure ben precise ed immediate."
E’
un problema non da poco, "Ma a questo deve pensarci il governo" dichiara il medico. Lo sperpero di denaro pubblico, infatti, è sempre più comune. Denaro che
poteva essere utilizzato nell’abbattimento delle liste d’attesa, nell’assunzione
di medici e nell’allestimento di strutture o presidi dove mettere in atto le
basi del primo soccorso.
Ma anche con questi piccoli provvedimenti la situazione non cambierebbe di molto: l'emergenza letti rimane, e i mostri senza una casa sono ormai troppi.
Fonti immagine: La Repubblica
Fonti tweet: La Stampa
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