venerdì 22 novembre 2013

I mostri non vivono negli ospedali

 di Francesca Bacino


E' finita l'epoca dei mostri, in ospedale, perchè letti sotto i quali nascondersi non ce ne sono più. Continua l'emergenza, e i medici non sanno più dove ricoverare i pazienti. Nei corridoi, accanto ai muri, vengono posizionate le barelle dei malati, in attesa di un posto letto libero.

"I pazienti vengono visitati, operati, ma poi stazionano nel Pronto Soccorso, quando dovrebbero essere spediti nei reparti, dove però mancano i letti; dunque tocca a noi occuparci della loro terapia, dopo l’intervento, il che aggiunge carichi di lavoro a noi medici, che siamo sei o sette in tutto. Questo significa che viene a diminuire l’attenzione e il tempo che dovremmo riservare ai pazienti di routine." racconta Alberto Bacino, chirurgo del Pronto Soccorso dell'Ospedale Molinette. 
Il personale è rassegnato, anche se certamente non contento, come ha dichiarato un’infermiera del Day Surgery: Il paziente ricoverato, risolta la fase acuta, viene posto al centro di un team composto da infermieri e assistenti sociali e vengono valutate le necessità assistenziali per dimettere precocemente il paziente dall’ospedale. Alla fine è sempre questa la decisione che si prende: dimettere il prima possibile il paziente, per far posto a un altro in condizioni peggiori.”



Ormai bisogna aspettare quasi un anno per un intervento alle tonsille e non solo per quello, ma anche per altri interventi, o, peggio ancora, diagnosi ed esami, come la mammografia. 
"In questo momento c’è un afflusso decisamente superiore alla media, al punto che ci sono stati giorni in cui abbiamo avuto cento pazienti tra la sala d’attesa, le sale di visita e le aree ricovero per le emergenze. E spesso sono pazienti critici che abbisognano di cure ben precise ed immediate."
 E’ un problema non da poco, "Ma a questo deve pensarci il governo" dichiara il medico. Lo sperpero di denaro pubblico, infatti, è sempre più comune. Denaro che poteva essere utilizzato nell’abbattimento delle liste d’attesa, nell’assunzione di medici e nell’allestimento di strutture o presidi dove mettere in atto le basi del primo soccorso. 
Ma anche con questi piccoli provvedimenti la situazione non cambierebbe di molto: l'emergenza letti rimane, e i mostri senza una casa sono ormai troppi. 

Fonti immagine: La Repubblica
Fonti tweet: La Stampa

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